Stampa
18
Apr

TIRANA: QUINDICI PAESI ESAMINANO LA SITUAZIONE MIGRATORIA

TiranaDal 15 al 17 aprile, su invito del sindacato albanese SAUATT, vari delegati provenienti da quindici paesi hanno partecipato al seminario internazionale organizzato a Tirana da EZA e MCL e finanziato dalla UE. L'incontro si inserisce nelle attività della PICM ed è stato il primo di questo genere a tenersi in Albania.

Il ministro albanese per gli Affari sociali, Bendi Klosi, dopo aver ringraziato i delegati internazionali per la loro presenza, ha segnalato l'importanza delle riforme intraprese dall'Albania come paese candidato della UE e la necessità di conoscere le migliori pratiche per poter evitare errori. Il Ministro ha poi difeso le modifiche di legge tese a migliorare le condizioni dei migranti albanesi in Italia, in Grecia e in altri paesi.

Tramite il suo presidente, l'olandese Bartho Pronk, e il co-presidente, l'italiano Piergiorgio Sciaqua, EZA si è impegnata a contribuire con la propria esperienza nell'ambito del lavoro sociale e ad assumere le proprie responsabilità come membro della UE. Questo seminario ha coinciso con la visita del Papa Francesco e del Patriarca di Costantinopoli all'isola greca di Lesbo.

Il presidente della PICM, lo spagnolo Rafael Rodríguez Ponga, dopo aver analizzato i cambiamenti sociali in Europa e in Spagna, ha difeso il ruolo della società civile articolata in reti come quelle di EZA e della PICM, improntate su valori democratici, umanistici, sociali, pro-europei e cristiani. Ha poi sottolineato che le ONG sollecitano una politica europea comune di asilo e che è già stato raggiunto l'accordo fra la UE e la Turchia.

La vicepresidente della PICM, la portoghese Maria Reina Martin, ha presentato con emozione la drammatica situazione di chi raggiunge la UE fuggendo dalla guerra e ha chiesto di mantenere lo stesso spirito di accoglienza che ci fu nella seconda Guerra Mondiale.

I paesi della UE che hanno partecipato al seminario sono l'Italia, i Paesi Bassi, l'Austria, la Spagna, il Portogallo, Malta, la Croazia, la Slovenia e Cipro. Fra i paesi non comunitari, oltre all'Albania, erano presenti la Bosnia-Erzegovina, la Serbia, l'ex Repubblica iugoslava di Macedonia, l'ex provincia jugoslava del Kosovo e il Marocco.

I delegati di diversi paesi governati da dittature comuniste hanno parlato della situazione di cambiamento. In particolare, il bosniaco Franjo Topic ha segnalato le tentazioni nostalgiche e la pretesa di ignorare la realtà: "Noi conosciamo il comunismo e sappiamo quindi che la democrazia, pur con tutti i suoi difetti, è la cosa migliore".